Quest'oggi alle ore 20.00 il nostro Arcivescovo, Mons. Francesco Pio Tamburrino, ha celebrato la Santa Messa a conclusione della festa dei Santi Guglielmo e Pellegrino.
Il Vangelo di Matteo, proclamato durante la Messa, riguardava le Beatitudini. A partire da questo sentiero che il Signore traccia per il Regno dei Cieli, il Vescovo ha riassunto la storia dei nostri Santi, che si sono cercati fino a giungere qui in Italia, e ha parlato a lungo della forma del monachesimo, molto diffuso all'epoca di Guglielmo e Pellegrino tanto in Oriente quanto in Occidente.
Il Vescovo si è soffermato particolarmente sulla figura del monaco eremita, colui che sceglie la più completa solitudine per lottare contro il nemico, e vivere da solo con Dio. Gesto forte, ha sottolineato il Vescovo, per staccarsi da un mondo e da una società fatta di compromessi e di rinunce all'identità cristiana, e che non possedeva più quella serietà cristana delle origini.
Di qui il messaggio per noi: anche oggi abbiamo bisogno di riappropriarci della serietà cristiana, in questa società dove non di rado mescoliamo cristianesimo e paganesimo in un cocktail dagli effetti devastanti. Anzitutto, il Vescovo ci ha ricordato la centralità dei poveri: il brano degli Atti degli Apostoli che è stato letto sottolineava come nella prima comunità nessuno era nel bisogno, perchè vi erano la comunione e l'attenzione reciproca.
E poi la sobrietà della vita, il rendersi conto di quali sono le nostre disponiiblità, per non essere spreconi e non cercare di vivere con un tenore di vita che in realtà non ci apprtiene, che va oltre le nostre possibilità. Non correre dietro a fenomeni d'avidità sfrenata, come spesso la televisione ci propone, ma ricercare ciò che è essenziale per la nostra vita.